La verità della danza risiede nelle nostre stesse cellule, in attesa di essere scoperta.
Com’era la danza nell’antichità? Quali scopi serviva? Che cosa si provava danzando?
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Attraverso testi antichi, vasi, sigilli e raffigurazioni artistiche — insieme alle intuizioni delle scuole moderne di analisi del movimento, ma anche grazie all’improvvisazione e all’immaginazione — ci addentriamo nella danza antica alla sua stessa fonte, unendo teoria e pratica. Insieme esploriamo simbolismi, diverse qualità di movimento, l’evoluzione dei modelli coreutici nel tempo e la voce interiore del nostro corpo.
Antico (Archaios) non significa “vecchio”; deriva dalla parola “Archi”, cioè origine, fonte delle cose. Sapevi che la danza dell’antichità è direttamente collegata alle danze tradizionali di oggi? I ritmi, i movimenti e i rituali trasmessi di generazione in generazione portano con sé storie di migliaia di anni — e noi le riportiamo in vita, qui e ora.
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Nell’antichità, la danza era prima di tutto un atto religioso. Era dedicata agli dèi e le cerimonie erano sempre accompagnate dalla danza. In seguito, divenne ricreativa e parte della vita sociale nelle varie celebrazioni. Gli antichi Greci usavano la parola orchÄ“sis per descrivere ciò che oggi chiamiamo danza. Si danzava fin dai tempi preistorici: per adorare il Divino, prepararsi alla guerra, ottenere poteri magico-divini, onorare i defunti, celebrare la nascita e il matrimonio, e non mancavano mai di danzare nei riti di passaggio o nelle cerimonie per la fertilità della terra. Gli antichi Greci credevano che la danza fosse una creazione degli dèi e un dono inestimabile per l’umanità.
La prima trasmissione della danza agli uomini viene attribuita alla dea Rea, moglie di Crono, che insegnò la danza ai Cureti di Creta e ai Coribanti della Frigia, in Asia Minore.
Secondo Platone:
«La danza si sviluppò dall’imitazione delle parole attraverso i gesti e nasce dal desiderio degli esseri di muovere i propri corpi per esprimere emozione, e soprattutto gioia — poiché nella parola choros si trova la stessa radice di chara (gioia). La danza, dunque, è la pura espressione della gioia. Il senso dell’armonia e del ritmo è un dono degli dèi e delle Muse».
Secondo Luciano di Samosata, la danza era l’arte più difficile. Richiedeva una formazione non solo nella musica, nel ritmo e nel metro, ma anche nella filosofia naturale e morale.


Un Metodo Vivente della Danza Antica
Il mio metodo è un sistema vivente ed in continua evoluzione di insegnamento e creazione, ispirato al Metodo Ruby Ginner, all’approccio pionieristico di Isadora Duncan e ai miei anni di ricerca ed esperienza nella pratica della danza dell’antica Grecia.
Unisce conoscenza storica e scoperta fisica, mito e simbolismo, facendo della danza non solo una forma d’arte ma anche un cammino di autoconsapevolezza, crescita interiore e connessione con le nostre radici. È un metodo dolce ma al tempo stesso potente, capace di farci stare meglio nella vita quotidiana. Attraverso il movimento, il simbolismo e l’ispirazione antica, ci guida a riconnetterci con il corpo, ad esplorare l’anima e a trovare radicamento in origini senza tempo. Non è necessaria alcuna esperienza precedente di danza – basta la disponibilità a muoversi, sentire e scoprire nuove parti di sé.
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